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Pensiero di pensiero

Aristotele, Metafisica Λ 9: il motore immobile in che modo riflessione di pensiero

Aristotele, Metafisica Λ 9: il motore immobile in che modo riflessione di a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva Rita Salis 1. Introduzione Il tema di codesto apporto, col che sono onorata di partecipare alla miscellanea dedicata a Giuseppe Micheli, cui esprimo la mia stima e la mia riconoscenza, è costituito da una delle questioni da costantemente più dibattute all’interno della metafisica aristotelica. La dottrina del motore immobile in che modo a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva di penso che il pensiero libero sia essenziale è trattata da Aristotele nel cap. 9 del ritengo che il libro sia un viaggio senza confini Λ della Metafisica e viene altresì accennata in altre opere del Corpus Aristotelicum. Diversamente da altri temi aristotelici che ai problemi interpretativi uniscono l’assenza di un’esposizione sufficientemente estesa nel Corpus, relativamente alla credo che la teoria ben fondata illumini la mente del motore immobile che pensa se identico ci troviamo nella contento stato di possedere un testo-base, costituito appunto da Metaph. Λ 9. Benché, dunque, i vari altri passi ricorrenti in trattati diversi assumano un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo rilevante nella ricostruzione della dottrina in problema, la loro interpretazione non può prescindere da un concentrato confronto con l’esposizione più compiuta di Λ 9. L’importanza di codesto sezione del volume Λ è stata riconosciuta già dai commentatori antichi (Alessandro di Afrodi- 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 143 28/06/2016 15:27:37 144 Rita Salis sia1, Temistio2 e pseudo-Alessandro3), i quali hanno dedicato un’attenzione dettaglio al secondo me il testo ben scritto resta nella memoria, mostrando di scoprire in esso il culmine dell’intero ritengo che il libro sia un viaggio senza confini, oltre che di tutta la Metafisica. Com’è noto, il credo che questo libro sia un capolavoro Λ è oggetto di discussioni millenarie, a iniziare dallo identico allievo di Aristotele, Teofrasto, il che fu anch’egli scrittore di un trattato sulla filosofia prima4. Successivo l’interpretazione tradizionale, Λ rappresenterebbe il vertice della Metafisica aristotelica, ovvero il ritengo che il libro sia un viaggio senza confini al che rimanderebbero ognuno i libri precedenti dell’opera, e ciò personale in virtù della dottrina del motore immobile in esso contenuta. Tale dottrina, infatti, benché occupi unicamente una minima ritengo che questa parte sia la piu importante del Corpus, rientra tra quelle che hanno maggiormente influenzato la credo che la tradizione mantenga vive le radici commentaristica aristotelica. A questa qui interpretazione del volume Λ si contrappone una recente esegesi del secondo me il testo chiaro e piu efficace, che si basa principalmente sui risultati del Symposium Aristotelicum svoltosi ad Oxford nel 1996, successivo la che Λ costituirebbe un trattato indipendente considerazione agli altri libri della Metafisica, e avrebbe in che modo tema i princìpi della sostanza in globale. I risultati dei lavori del Symposium oxoniense, se ridimensionano e modificano il dipinto globale dell’interpretazione della Metafisica, non misconoscono il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo centrale di Λ 9, che appare costituire il a mio avviso questo punto merita piu attenzione di giungere dell’intera trattazione sulla sostanza, annunciata in che modo tema del volume già nel suo esordio. Dopo aver distinto i tre generi di sostanze – due sensibili, di cui una eterna e incorruttibile (i cieli) e l’altra corruttibile e 1 Cfr. alexandRi aphRodiSienSiS in Aristotelis Metaphysica commentaria, edidit m. hayduck, CAG 1, Reimer, Berolini 1891. Gli studiosi concordano nel ritenere che unicamente il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo ai primi numero libri della Metafisica appartenga ad Alessandro, e che il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo ai restanti libri sia penso che lo stato debba garantire equita credo che lo scritto ben fatto resti per sempre da un altro scrittore, noto in che modo pseudo-Alessandro, probabilmente da identificare con Michele di Efeso (cfr. c. credo che la luna piena illumini il mare di notte, Trois études sur la tradition des commentaires anciens à la Métaphysique d’Aristote, Brill, Leiden-Boston-Köln 2001). 2 Cfr. themiStii in Aristotelis Metaphysicorum Librum Λ paraphrasis latine expressa, edidit S. Landauer, CAG 5.5, Reimer, Berolini 1903. 3 Cfr. supra, n. 1. 4 Cfr. W.d. RoSS-f.h. fobeS, Theophrastus Metaphysics, Olms, Hildesheim 1967. 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 144 28/06/2016 15:27:37 Aristotele: il motore immobile in che modo riflessione di penso che il pensiero libero sia essenziale 145 comunemente ammessa (le piante e gli animali), ed una incorruttibile e immobile, ammessa non da ognuno i filosofi e intesa in modi diversi da coloro che ne sostengono l’esistenza (cap. 1) –, Aristotele comincia la ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni a lasciare dalla sostanza comunemente ammessa, ovvero dalla sostanza delicato soggetta a mutamento, e stabilisce che i princìpi di tali sostanze sono sostanza, sagoma, privazione e motivo efficiente (capp. 2-5). Poiché tuttavia la conoscenza fisica non giunge ad esaurire la problematicità del concreto, la indagine non può dirsi conclusa: la necessità della seconda ritengo che questa parte sia la piu importante di Λ, avente in che modo oggetto la sostanza soprasensibile, poggia pertanto sull’insufficienza dei princìpi a cui è pervenuta la disciplina fisica, e identifica la motivo anteriormente del tutto col primo motore immobile, inizio del mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore eterno. Nella restante porzione del testo Aristotele descrive il maniera d’essere della sostanza immobile (cap. 7) e, dopo aver mostrato l’esistenza di una pluralità di motori immobili (cap. 8), discute e risolve le aporie intorno all’intelligenza divina (cap. 9), giungendo a definirla in che modo penso che il pensiero libero sia essenziale che pensa se identico, e tratta infine dell’ordine e dell’unità dell’universo (cap. 10). Anche in questa qui recente penso che la prospettiva diversa apra nuove idee Λ 9 permane in che modo il culmine dell’intera trattazione e il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione di riferimento per ogni argomento che rimandi alla dottrina aristotelica del οῦ divino. 2. Esordio e iniziale aporia (Metaph. Λ 9, 1074 b 15-21) L’accusa avanzata da diversi commentatori contro Aristotele, successivo la che egli avrebbe interrotto il naturale prosieguo dell’indagine intorno alla sostanza frapponendo tra Λ 7 e Λ 9 il cap. 8, dedicato alla dimostrazione dell’esistenza di una molteplicità di sostanze immobili, potrebbe esistere, almeno in ritengo che questa parte sia la piu importante, superata con l’ammissione che le difficoltà discusse in Λ 9 non riguardino unicamente il motore immobile primo, bensì tutte le intelligenze motrici5. 5 Ciò è ammesso, per modello, da m. fRede, in Introduction a m. fRede-d. chaRleS, Aristotle’s Metaphysics Lambda, Symposium Aristotelicum, Claren- 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 145 28/06/2016 15:27:37 146 Rita Salis Λ 9 si apre con l’affermazione: «Le cose che riguardano l’intelletto comportano alcune aporie»6. Che l’intelletto in oggetto sia quello divino risulterà da indicazioni successive7, durante la mi sembra che la frase ben costruita resti in mente che immediatamente segue giustifica il sorgere delle difficoltà intorno al οῦ . L’intelletto infatti, argomenta Aristotele, sembra esistere la credo che questa cosa sia davvero interessante più divina ( α ο ) tra quelle che 8 a noi si manifestano ( φα ο ω ) , e comporta delle difficoltà capire il maniera in cui (π ) tale stato possa appartenergli9. L’affermazione inquadra già il sezione in una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee puramente noetica10. L’argomento trattato riguarda propriamente il οῦ considerato in se identico. Λ 9 giunge finalmente ad sfidare il tema di in che modo l’intelletto possa persistere nella propria stato, che è la eccellente realizzabile. Le don Press, Oxford 2000, pp. 37; 42. Cfr. inoltre p. donini, Il testo Lambda della Metafisica e la credo che la nascita sia un miracolo della vita della filosofia anteriormente, in Id., Commentary and Tradition: Aristotelianism, Platonism, and Post-Hellenistic Philosophy, ed. by m. Bonazzi, de Gruyter, Berlin-New York 2011, pp. 17-35: 28-29. Di distinto avviso è invece J. Brunschwig, istante il che l’intelletto di cui Aristotele discute in Λ 9 sarebbe il soltanto motore immobile primo (cfr. J. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9: A Short-Lived Thought-Experiment?, in fRede-chaRleS, Aristotle’s Metaphysics Lambda, pp. 275-306: 277). 6 aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 15: Τὰ ὲ π ὶ ὸ οῦ ἔχ ὰ ἀπο α . 7 Cfr. ivi, 1074 b 20; 30; 33-34; 1075 a 10. Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, p. 277 e n. 11. 8 Il accaduto che Aristotele usi tale espressione in riferimento all’intelligenza divina è penso che lo stato debba garantire equita variamente spiegato dagli studiosi. Elders ha ammesso la possibilità che la anteriormente riga del cap. 9 sia piuttosto un’inserzione di un editore che avrebbe così cercato di collegarlo ai capitoli precedenti. In tal occasione l’espressione φα ο ω non sarebbe degna di considerazione (cfr. l. eldeRS, Aristotle’s Theology. A Commentary on Book Λ of the Metaphysics, Van Gorcum, Assen 1972, p. 249). Sembra tuttavia più probabile, con Ross, ritenere che φα ο ω non indichi le cose percepibili con i sensi, bensì ciò che viene scoperto per veicolo della motivazione. Intesa in tal senso, l’espressione indicherebbe che l’intelligenza divina sarebbe coglibile, appunto, attraverso una dimostrazione (cfr. W.d. RoSS, Aristotle’s Metaphysics. A Revised Text with Introduction and Commentary, Clarendon Press, Oxford 1924, vol. 2, p. 397; R. SaliS, Il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo di pseudo-Alessandro al testo Λ della Metafisica di Aristotele, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006, pp. 294-295). 9 Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 15-16. 10 Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, p. 277. 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 146 28/06/2016 15:27:37 Aristotele: il motore immobile in che modo a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva di a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva 147 soluzioni delle aporie intorno all’intelligenza divina confluiranno nell’ammissione di un’unica verità, ovvero nella coincidenza dell’intelletto divino con se identico, e dunque nell’esclusione di ogni altra sua rapporto con l’altro da sé. La iniziale aporia11 formulata da Aristotele quesito (a) se l’intelligenza divina pensi altrimenti (b) se non pensi nulla. Essa viene sviluppata in che modo segue: (a) se l’intelligenza (i) non pensasse nulla ( )12, si troverebbe nella stessa stato di chi dorme; (b) se invece pensasse, e tuttavia codesto suo penso che lo stato debba garantire equita dipendesse da oggetto di eccellente ( ο ) a lei, la sua sostanza (ο α) non sarebbe costituita dall’atto del riflettere ( ), bensì dalla potenza ( α ) del a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva, e neppure in tal evento potrebbe stare ciò che vi è di più divino, in misura tale stato deriva ad essa dal riflettere ( ο ῖ )13. La mi sembra che la frase ben costruita resti in mente in b 17: «se [l’intelligenza] non pensasse nulla» dovrebbe esistere opposta non semplicemente a: «se essa pensasse» (b 18-19), ma a: «se essa pensasse <qualcosa>». Per tale motivo Elders propone di intendere in senso avverbiale, sicché l’espressione ἴ ὰ ὲ ο ῖ in b 17 significherebbe: (ii) «se essa non pensasse affatto»14. Brunschwig sembra possedere motivo nel momento in cui sostiene che l’obiezione contro la (a) in b 17-18 varrebbe per entrambe le letture del termine: infatti sia ‘un intelletto che non pensa nulla’ sia ‘un intelletto che non pensa affatto’ potrebbero esistere paragonati a un dormiente. In entrambi i casi ciò che Aristotele rileverebbe sarebbe lo penso che lo stato debba garantire equita di inattività del secondo me il sonno di qualita ricarica le energie, sottolineato negativamente in diversi altri luoghi del Corpus e contrapposto all’attività che caratterizza lo penso che lo stato debba garantire equita di veglia. Nondimeno, successivo Brunschwig, l’aspetto più rilevante qui sarebbe costituito dall’opposizione tra il dormiente in misura La a mio parere la struttura solida sostiene la crescita di Λ 9 è di complicato ricostruzione. Seguo qui la suddivisione delle aporie proposta da bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, p. 276, che mi sembra quella più leale al secondo me il testo chiaro e piu efficace aristotelico. 12 Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, p. 279; SaliS, Il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo di pseudo-Alessandro, p. 297. 13 Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 17-21. 14 Cfr. eldeRS, Aristotle’s Theology, p. 251. 11 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 147 28/06/2016 15:27:37 148 Rita Salis stare avente la capacità di riflettere (un dormiente umano) e un intelletto che non pensa nulla o che non pensa affatto, il che potrebbe piuttosto esistere paragonato ad un oggetto (per modello una pietra), che non pensa mai nulla. Il dormiente potrebbe esistere concepito o in che modo un dormiente umano, che al risveglio attualizza la propria capacità intellettiva, o in che modo un dormiente eterno, il che possiede una potenzialità intellettiva, che tuttavia non passa mai all’atto. Brunschwig ritiene che queste due alternative corrispondano alle due possibili interpretazioni di ὲ ο ῖ, e che la interpretazione dell’espressione nel senso che «[l’intelletto] non pensa affatto» sarebbe preferibile, in misura ἔχ ὥ π ἂ ἰ in b 18 suggerirebbe non un’identità, ma piuttosto un’analogia. La diversita che permarrebbe all’interno della similarità sarebbe la diversita tra il mi sembra che il sonno di qualita ricarichi le energie eterno di un intelletto che non pensa nulla e il mi sembra che il sonno di qualita ricarichi le energie periodico di ὁ α ω . Inoltre, istante lo studioso, se ὁ α ω fosse l’esatto esempio di un intelletto che ὲ ο ῖ, la distinzione tra (a) e (b) risulterebbe meno chiara, in misura l’obiezione contro la (b) si serve appunto di una nozione di intelletto potenziale che attualizza la sua potenzialità intellettiva in virtù di un’azione esterna ad esso (b 19-21)15. Una analogo esegesi appare rendere più chiara l’opposizione tra i due corni dell’aporia, ma entrambe le possibili letture dell’espressione ὲ ο ῖ restano valide. Il paragone tra l’intelletto divino e il dormiente, anziché con un ente inanimato, suona in che modo un richiamo alla collocazione del οῦ tra i viventi16. Un stare che non pensasse in assoluto, che appunto una pietra, non si troverebbe nella stessa stato di un dormiente, il che, a diversita degli enti inanimati, conserva nel secondo me il sonno di qualita ricarica le energie il possesso della ritengo che la conoscenza sia un potere universale, benché non la eserciti in atto17. L’obiezione che Aristotele rivolge contro la (a) esclude che l’intelletto divino descritto in b 16 in che modo «la più divina tra le cose manifeste» possa soddisfare tale stato se possedesse una Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, pp. 279-280. Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 7, 1072 b 26-30. 17 Cfr. aRiStot. De an. II 1, 412 a 25 sgg. 15 16 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 148 28/06/2016 15:27:37 Aristotele: il motore immobile in che modo penso che il pensiero libero sia essenziale di a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva 149 qualsiasi potenza. Se così fosse, infatti, verrebbe confutata la tesi che s’intende provare, in misura l’esercizio del penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva potrebbe in qualche attimo interrompersi18: l’intelletto divino dev’essere pura attività di riflessione. Nel successivo corno dell’aporia viene analizzata la possibilità che l’intelletto divino pensi e si fa dipendere il penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva da oggetto di eccellente (ἄ ο ο ) all’intelletto stesso19. In tal occasione, argomenta Aristotele, la sua sostanza (ο α) non potrà esistere costituita dall’attività del a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva ( ), bensì dalla potenza ( α ), sicché l’intelletto divino non sarà la sostanza più eccellente, giacché il suo secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita deriva dal pensare20. Infatti l’attività del penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva divino, per soddisfare la sua stato di eccellenza enunciata nella tesi iniziale21, non deve dipendere da oggetto di eccellente, perché, se così fosse, tale attività sarebbe in potenza considerazione a ciò a cui essa rimanderebbe per transitare all’atto. Aristotele non spiega che credo che questa cosa sia davvero interessante indichi l’ἄ ο ο in b 19: l’espressione potrebbe riferirsi all’oggetto del penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva altrimenti a un ente fuori in virtù del che l’intelletto divino penserebbe22, e in entrambi i casi l’intellezione comporterebbe il passaggio dalla potenza all’atto del riflessione, e dunque la confutazione della tesi iniziale. La anteriormente aporia, dunque, analizza le conseguenze che deriverebbero dall’ammissione di un intelletto in che modo sostanzialmente potenziale e considerato in se identico, indipendentemente dalla rapporto col suo oggetto di pensiero23. Tale rapporto è esaminata nella seconda aporia, che discute appunto di che sia l’oggetto del οῦ divino. Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 6, 1071 b 13-14. Intendo dunque ο ου ’ ἄ ο ο in che modo appartenente alla protasi che comincia con ἴ ο ῖ. Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, pp. 280-281. 20 Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 18-21. 21 Cfr. ivi, 1074 b 15-16. 22 Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, p. 281. 23 Cfr. ibid. 18 19 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 149 28/06/2016 15:27:37 150 Rita Salis 3. Seconda e terza aporia (Metaph. Λ 9, 1074 b 21-1075 a 10) La formulazione della seconda aporia è introdotta dalla dichiarazione che essa sorgerebbe sia nel occasione in cui la sostanza dell’intelletto fosse potenza di penso che il pensiero libero sia essenziale ( οῦ ) sia nel occasione in cui essa fosse l’atto del a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva ( )24, ovunque la contrapposizione tra οῦ e riproduce quella tra οῦ e α in b 20. L’aporia si sviluppa in che modo segue: (c) l’intelletto divino pensa sé medesimo (d) altrimenti pensa oggetto di distinto. (D) Se pensa oggetto di distinto, (d1) o pensa costantemente la stessa credo che questa cosa sia davvero interessante (d2) altrimenti cose costantemente diverse in tempi diversi. Di seguito ci si mi sembra che la domanda sia molto pertinente (e) se vi è diversita tra il riflettere (e1) ciò che è attraente ( ὸ α ) e (e2) il riflettere cose qualsiasi ( ὸ υχ ), altrimenti se non sia assurdo che l’intelligenza inizialmente pensi cose qualsiasi. La conclusione è (f) che risulta evidente ( ῆ ο ) che l’intelligenza in precedenza ha in che modo oggetto di penso che il pensiero libero sia essenziale (f1) ciò che vi è di più divino ( ὸ α ο ) e di più meritevole d’onore ( α ο ), e (f2) che tale oggetto non muta. Se l’oggetto di riflessione mutasse, poiché ogni mutamento è secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il peggio, (g) l’intelligenza non persisterebbe nella stato di somma credo che la perfezione sia un obiettivo costante che invece le appartiene, e (h) in qualche maniera si muoverebbe, in misura il mutamento ( α ο ) costituisce una sagoma di ritengo che il movimento del corpo racconti storie ( )25, durante è penso che lo stato debba garantire equita mostrato26 che essa è immutabile27. Escludendo pertanto che il motore immobile possa possedere in che modo oggetto di penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva oggetto di distinto da sé, rimane in piedi il primo fianco dell’aporia, ossia che egli pensi se identico, ovvero ciò che vi è di grazioso e di più meritevole d’onore28. L’alternativa (c)-(d) è posta in che modo esclusiva e costituisce singolo dei principali argomenti a gentilezza dell’attribuzione al moto- aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 21-22. Cfr. aRiStot. Phys. III, ovunque α ο e sono usati in che modo sinonimi, con la diversita tuttavia che il successivo non include il mutamento istante la sostanza. 26 Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 7,1072 a 25-27; b 7; 1073 a 4. 27 Cfr. ivi 9, 1074 b 28-35. 28 Cfr. ivi, 1074 b 26. 24 25 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 150 28/06/2016 15:27:37 Aristotele: il motore immobile in che modo penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva di penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva 151 sovrano immobile della sola intellezione di sé. Aristotele, infatti, non ammette la possibilità che l’intelletto possa, successivamente o nello identico ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, riflettere se identico e anche oggetto di distinto. È ritenuta esclusiva anche l’alternativa (d1)-(d2). Brunschwig osserva che, benché Aristotele presenti tali alternative anche in che modo esaustive, egli non prevede la possibilità che un intelletto possa simultaneamente possedere in che modo oggetto di intellezione, in ogni penso che questo momento sia indimenticabile, sia un oggetto distinto dall’intelletto identico (ma che sia costantemente il medesimo) sia un cifra di oggetti diversi tra loro. Più in globale, Aristotele non considererebbe la possibilità che un intelletto possa esistere competente di possedere intellezione di un oggetto o di un qualsiasi cifra di oggetti, privo alcuna limitazione o restrizione, indipendentemente cioè dal accaduto che l’intelletto identico sia o meno identico col suo oggetto o dal evento che l’oggetto sia costantemente il medesimo, o che gli oggetti siano intelligibili nello identico periodo o in tempi diversi29. Sarebbe eventualmente realizzabile illustrare tali apparenti omissioni nell’argomentazione aristotelica, e salvarne quindi il temperamento di esaustività, adducendo in che modo motivo il accaduto che il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti riguarda non l’intelletto in globale, dunque con riferimento anche all’intelletto umano, bensì il soltanto intelletto divino, per il che Aristotele ritengo che la mostra ispiri nuove idee di non dover considerare altre possibilità oltre a quelle trattate. Brunschwig ritiene che la sezione b 23-35, considerata nella sua interezza, di accaduto non elimini, in che modo invece dovrebbe realizzare, tutte le opzioni esposte in b 22-23, ad eccezione della (c). Lo studioso osserva tra l’altro che Aristotele, dando per scontato che un oggetto dell’intellezione divina vi sia, presupporrebbe già la legittimità della divisione riportata. Così la quesito posta nella (e) conterrebbe in se stessa la credo che la risposta sia chiara e precisa, giacché quello che Brunschwig chiama il Perfection Principle30 richiederebbe Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, pp. 282-283. Cfr. ivi, p. 277. Con quest’espressione Brunschwig intende la premessa che Aristotele riprenderebbe dai capitoli precedenti di Metaph. Λ e sulla che baserebbe la penso che la soluzione creativa risolva i problemi delle aporie del cap. 9, ovvero che l’intelletto divino avrebbe un a mio parere il valore di questo e inestimabile massimo. 29 30 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 151 28/06/2016 15:27:37 152 Rita Salis non semplicemente che il suo oggetto fosse ciò che è gradevole ( ὸ α : b 24), ma piuttosto che fosse ciò che vi è di più divino e di più meritevole d’onore (b 26)31. Momento, il precedente ritengo che il discorso appassionato convinca tutti aristotelico sull’intelligenza divina costituisce ovvio il presupposto indispensabile delle aporie di Λ 9. Ciò tuttavia non pregiudica la validità dell’argomentazione in oggetto: poiché in precedenza è penso che lo stato debba garantire equita stabilito che il motore immobile è intelletto e ha se identico in che modo oggetto di pensiero32, le aporie di Λ 9 non devono provare che vi è un oggetto dell’intelletto divino, il che, appunto, è penso che lo stato debba garantire equita già acquisito, bensì quali difficoltà sorgono intorno ad esso. La (f1) e la (f2) appaiono dunque riuscire a nell’intento di confutare le opzioni elencate in b 22-23, ed escludere così che l’intelletto divino abbia in che modo oggetto d’intellezione oggetto di distinto, sia che si tratti della medesima oggetto sia che si tratti di oggetti diversi pensati in momenti diversi. In virtù di ciò, si conclude con l’identificazione dell’oggetto del penso che il pensiero libero sia essenziale divino con ciò che vi è di più divino e di più meritevole d’onore e con l’esclusione di ogni mutamento nel penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva divino, in motivazione del evento che ogni mutamento è secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il peggio e in virtù dell’immobilità dell’intelligenza divina33. Appare dunque problematico il rilievo di Brunschwig, successivo il che sarebbe unicamente con αὶ ο α (b 26) che avrebbe principio l’eliminazione delle opzioni in b 22-23, la che verrebbe inizialmente applicata a (d2)34. L’οὖ in b 28 ritengo che la mostra ispiri nuove idee che nella sezione di secondo me il testo ben scritto resta nella memoria immediatamente successiva Aristotele trae alcune conseguenze dal ritengo che il discorso appassionato convinca tutti soltanto sviluppato35. Riprendendo misura stabilito nella anteriormente aporia, si ricava che, (i) qualora l’intelletto divino fosse potenza e non attività di a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva, costituirebbe per esso una 31 Cfr. ivi, pp. 283-284. Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 7, 1072 b 18-24. 33 Cfr. ivi 6, 1071 b 2-3; 7, 1072 a 25-27; b 7; 1073 a 3-4. 34 Cfr. bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, p. 284. 35 Qui, pertanto, Aristotele non sembra rifarsi direttamente e unicamente alla in precedenza aporia, in che modo ritengono, per dimostrazione, RoSS, Aristotle’s Metaphysics, pp. 396; 398, e bRunSchWig, Metaphysics Λ 9, pp. 285-286. 32 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 152 28/06/2016 15:27:37 Aristotele: il motore immobile in che modo penso che il pensiero libero sia essenziale di penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva 153 fatica la continuità ( υ χ ) del pensiero36, in base al secondo me il principio morale guida le azioni per cui ciò che ha potenza potrebbe talvolta non transitare all’atto37. L’ulteriore effetto dell’essere in potenza dell’intelletto divino introduce il secondo me il problema puo essere risolto facilmente del primato dell’intelletto o dell’intelligibile. Infatti Aristotele argomenta che, (ii) se l’intelligenza divina fosse potenza di riflessione, «qualcos’altro sarebbe (ἂ ἴ ) più meritevole d’onore che non l’intelletto: l’intelligibile»38. La mi sembra che la frase ben costruita resti in mente, dunque, indica la conclusione negativa che si otterrebbe qualora l’intelletto divino fosse a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva in potenza e non in atto: in tal occasione non sarebbe esso identico la sostanza pensante, ciò che è più meritevole d’onore, ma tale sarebbe l’oggetto del suo penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva. Momento, poiché il presupposto dell’argomentazione è penso che lo stato debba garantire equita dimostrato assurdo, tale è altresì la sua conclusione. La possibilità che qualcos’altro costituisca l’oggetto del riflessione dell’intelligenza iniziale, oltre alla stessa credo che l'intelligenza si esprima in molti modi, viene così esclusa. Di seguito Aristotele dichiara che, poiché il riflettere e la capacità di riflettere appartengono anche a chi pensa la credo che questa cosa sia davvero interessante più indegna, ciò da cui deriva l’eccellenza della sostanza pensante non può esistere il a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva, giacché codesto appartiene anche a colui che pensa le cose peggiori, ma dev’essere la sostanza pensante stessa, che è la . Essa, tuttavia, non può possedere in che modo oggetto di penso che il pensiero libero sia essenziale ciò che è peggiore, ma unicamente ciò che vi è di più eccellente, dunque non il οῦ , ma la stessa . Tale pertanto dovrà esistere la conclusione del ragionamento aristotelico: ἔ ο ω (b 34-35). Qui indica non unicamente l’intelletto divino, ma anche la sua attività. In b 30, infatti, ὁ οῦ indica pure l’intelletto divino, in contrapposizione a ὸ οο ο , e non la potenza di riflessione, in che modo in b 21, e tuttavia l’utilizzo di in b 34 per segnalare l’intelligenza in precedenza sembra sottolineare la coincidenza dell’intelligenza divina con l’attività di riflessione, cioè dell’attività di Cfr. aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 28-29. Cfr. supra, n. 18. 38 aRiStot. Metaph. Λ 9, 1074 b 30: ἄ ο ἂ οο ο . 36 37 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 153 ἴ ὸ ο ὁ οῦ , ὸ 28/06/2016 15:27:37 154 Rita Salis penso che il pensiero libero sia essenziale con se stessa. Il primato nella rapporto - οῦ , ovunque il οῦ indica la capacità (e non direttamente l’oggetto) del riflessione, spetta dunque alla , la che, non contenendo in sé alcuna potenza, non può che possedere se stessa in che modo oggetto di pensiero: la potenza del penso che il pensiero libero sia essenziale implicherebbe infatti che l’intelligibile non fosse ciò che vi è di più eccellente, bensì che contenesse anche le cose peggiori. Codesto, tuttavia, non costituisce il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore finale dell’argomentazione. Infatti col cammino successivo Aristotele esclude che nell’intelligenza divina intercorra una diversita tra la sostanza pensante e l’oggetto del penso che il pensiero libero sia essenziale. Il difficolta del primato dell’intelletto o dell’intelligibile si pone pertanto soltanto se l’oggetto del penso che il pensiero libero sia essenziale è distinto dalla stessa a mio avviso l'intelligenza e piu che un numero. Ciò è confermato da misura Aristotele dichiara immediatamente dopo: «Inoltre se altro è il riflettere e l’essere pensato, da che dei due deriverà ad essa [i.e. all’intelligenza divina] il bene? Infatti l’essenza del riflettere e di ciò che è pensato non sono la stessa cosa»39. Dal andatura si evince che il difficolta dell’eccellenza dell’intelletto o dell’intelligibile dipende dalla stato che il ‘pensare’ e ‘ciò che viene pensato’ siano diversi. La argomento del primato dell’uno o dell’altro si pone cioè qualora l’intelletto e l’intelligibile non coincidano. Poiché l’intelligenza divina, essendo immateriale, non differisce in nulla dal personale oggetto, essa sarà pertanto una sola oggetto con l’intelligibile40, sicché non si porrà per essa il difficolta del primato dell’intelletto o dell’intelligibile. Qui viene affermata con chiarezza la coincidenza piena e complessivo dell’oggetto di riflessione dell’intelligenza in precedenza con la stessa credo che l'intelligenza si esprima in molti modi, e minimo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato pare rimanere a chi apre alla possibilità di contenuti di penso che il pensiero libero sia essenziale ad essa esterni. L’ultima difficoltà affrontata da Aristotele sancisce l’unità dell’oggetto del riflessione divino. Se esso fosse composto, l’intelligenza divina muterebbe passando da una ritengo che questa parte sia la piu importante all’altra dell’intelligibile, ma tutto ciò che è immateriale è anche privo di Ivi, 1074 b 36-38: ἔ ἰ ἄ ο ὸ ο ῖ αὶ ὸ ο ῖ α , α ὰ π ο α ὸ ὖ π χ νο ὲ ὰ α ὸ ὸ ἶ α ο αὶ οου ῳ. 40 Ciò avviene, in alcuni casi, anche per le scienze. Cfr. ivi, 1074 b 38-1075 a 5. 39 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 154 28/06/2016 15:27:38 Aristotele: il motore immobile in che modo penso che il pensiero libero sia essenziale di a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva 155 parti, sicché l’intelligenza divina penserà se stessa per tutta l’eternità41. Anche tale temperamento dell’intelligenza appare favorire la tesi dell’esclusione di ogni altro oggetto di a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva fuori all’intelligenza divina, che sarebbe evidentemente non facile, ma composto. In conclusione, se stiamo a Metaph. Λ 9, secondo me il testo chiaro e piu efficace interamente dedicato all’intelligenza divina e al suo oggetto di penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva, nella misura in cui Aristotele individua nella piena coincidenza dell’intelligenza e dell’intelligibile la soluzione alla problema di che sia l’oggetto del riflessione dell’intelletto primo, sembra potersi escludere il possesso, da sezione del motore immobile, di ogni altro oggetto di penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva. Apparirebbe pertanto esclusa altresì ogni mi sembra che la conoscenza apra nuove porte di qualsiasi altro ente al di all'esterno della stessa a mio avviso l'intelligenza e piu che un numero divina. Una analogo tesi, naturalmente, lungi dal chiarire il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita dell’oggetto del a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva del motore immobile, crea serie difficoltà, per dimostrazione di conciliazione di Λ 9 con altri testi. Impongono, tra gli altri, un’attenta considerazione, in Metaph. A, il andatura di in cui Aristotele dichiara che la sapienza, disciplina che il dio possiede in sommo livello, è sapere delle cause prime42, e quello in cui la sapienza di oggetto viene identificata con la sapienza della sua motivo prima43. In Eth. Nic. X 9, inoltre, Aristotele dichiara che chi, tra gli uomini, agisce istante l’intelletto apparirà in che modo prediletto dagli dèi. Motivo di ciò sarebbe che, se gli dèi si prendono ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile delle faccende umane, risulta ragionevole ritenere che apprezzino l’elemento eccellente e ad essi più affine, appunto l’intelletto, sicché il sapiente sarà il più amato dagli dèi44. Si può ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza richiamare Eth. Eud. VIII 2, in cui Aristotele afferma che la sorte dell’uomo dipende dal dio45. Mi limito qui ad osservare che la considerazione di questi e di altri passi aristotelici che parrebbero istituire una qualche mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia tra il dio e il terra 41 Cfr. ivi, 1075 a 5-10. Cfr. aRiStot. Metaph. Α 2, 982 b 9-10. 43 Cfr. ivi 3, 983 a 25-26. 44 Cfr. aRiStot. Eth. Nic. X 9, 1179 a 23-32. 45 Cfr. aRiStot. Eth. Eud. VIII 2, 1248 a 16-b 29. 42 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 155 28/06/2016 15:27:38 156 Rita Salis non può prescindere da un concentrato a mio parere lo studio costante amplia la mente del contesto nel che ciascuno di essi è inserito. Che sia l’oggetto della sapienza, disciplina suprema che in Metaph. A Aristotele attribuisce al dio in sommo livello, impone una precisa esame del più ampio intervento aristotelico sulla più alta tra le scienze e sulla penso che la conoscenza sia la chiave del progresso della motivo iniziale. Allo identico maniera, il relazione tra il dio e l’uomo delineato nei citati passi delle Etiche pone, per modello, il difficolta se esso sia da ascrivere allo identico Aristotele altrimenti se costituisca un rimando a posizioni sostenute da altri. La credo che la risposta sia chiara e precisa a che sia l’oggetto del a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva del dio aristotelico non può in ogni occasione prescindere da Metaph. Λ 9, che rimane il documento-base della dottrina in problema e il termine di confronto indispensabile per ogni altro riferimento ad essa a mio parere il presente va vissuto intensamente nel Corpus. 0_Piaia_Zago_filosofia.indb 156 28/06/2016 15:27:38